Ma il modo migliore per sedersi su una sedia a rotelle è comunque quello di Mick Jagger: per scherzo. |
Oltre al GENERE e alla OCCUPAZIONE, conta molto anche il MODO in cui ci si arriva.
Il traumatizzato fino al giorno prima stava benissimo, saltava e ballava. Il malato progressivo, no: fino all'ultimo si ostinava a stare in piedi, malissimo, pochissimo e aiutandosi con ausili brutti e pericolosi come stampelle e deambulatori. Tanto che, alla fine, per il malato progressivo la sedia a rotelle è una liberazione, dalla fatica, dalle cadute e dalla dipendenza dall'auto anche per fare 300 metri. In sedia a rotelle torna a vivere, ad andare a spasso.
Il malato progressivo sa anche che la sedia a rotelle manuale potrebbe non essere per sempre, ma uno stadio intermedio prima di quella elettronica, che è tutta un'altra - e molto più pesante - musica.
In conclusione, non è tanto strano che molti malati progressivi come me, finché possono permettersi la sedia manuale, se la vogliono godere.
[continua in ISTRUZIONI]
Baci
Qualche volta, di fronte alla pagina bianca ho detto: "Oddio, cosa scrivo nel prossimo post? Devo combinare qualcosa!"
Non ci foste stati voi...
Grazie a tutti per avermi seguito, sostenuto e spinto (qualcuno anche materialmente) a fare tante cose in questi 6 anni di sedia a rotelle.
Siete stati veramente d'aiuto, un motivo in più per prenderla, non dico bene, ma almeno in modo attivo.
Vi prometto che non mi fermerò.
Chi si ferma è perduto.
Per il blog, invece, mi fermo a 63, che mi sembrano abbastanza.
63 storielle che non avrei potuto vivere, e neanche immaginare, se una persona non fosse stata vicino a me, sempre.
Baci
Non ci foste stati voi...
Grazie a tutti per avermi seguito, sostenuto e spinto (qualcuno anche materialmente) a fare tante cose in questi 6 anni di sedia a rotelle.
Siete stati veramente d'aiuto, un motivo in più per prenderla, non dico bene, ma almeno in modo attivo.
Vi prometto che non mi fermerò.
Chi si ferma è perduto.
Per il blog, invece, mi fermo a 63, che mi sembrano abbastanza.
63 storielle che non avrei potuto vivere, e neanche immaginare, se una persona non fosse stata vicino a me, sempre.
Baci
Una volta al mese avevo una lettura di uno che sa scrivere in metrica italiana educato a scuola in lettere classiche da uno incapace di leggere la metrica latina. Scrivi ancora perbacco,tempo di passare ai libri. Fabio Volo ci fa una santa sega
RispondiEliminaÈ vero, avevamo l'unico insegnante di latino del liceo classico che non conosceva la metrica.
EliminaPerò, è stato capace di dire a G.L. che petulante chiedeva: "Professore, quando iniziamo la metrica latina?", ridacchiando così: "La metrica non lo facciamo perché… non la so!"
Insomma, onestà intellettuale, coscienza dei propri limiti e una sana dose di pigrizia, tutti valori nei quali mi riconosco.
Con un altro professore forse adesso saprei la metrica, ma non avrei avuto il coraggio di prendere carta e penna per raccontare, ridacchiando, i miei limiti.
Adesso però non buttatevi in libreria a saccheggiare Fabio Volo.
Noooo!Ancora, ancora, come dicono i bambini alla fine della storia
RispondiEliminaGrazie Maria, ma la sofferenza per la chiusura del blog è niente rispetto a quella che avresti provato a sorbirti per altri 10 anni le stesse cose, trite e ritrite.
EliminaLe mie idee quelle sono, possono cambiare un po', ma non radicalmente ogni mese. Quanto alle attività, anche quelle sono limitate, dalle mie possibilità e dalle mie - poche - passioni.
Quindi, più che di rischio di ripetizione, c'era la certezza di ripetermi e annoiarvi.
E mai avrei potuto fare una cosa del genere a voi che mi siete stati così vicini.
Grazie e a presto
Leo
Bimestrale? Trimestrale? Almeno semestrale, dai! Oppure quando ti pare!
Eliminarepetita juvant! E brava Barbara che ci ha indirettamente permesso tante letturine di inizo mese. Come ci diceva colui che non sapeva la metrica latina:'avete scritto sul calepino la vostra paginetta giornaliera?' E allora anche voi sarete scrittori !
RispondiEliminaAnch'io ho sempre letto, e aspettato di leggere, i tuoi post. Una delle penne più brillanti e caustiche che mi sia capitato di leggere. Una delle più belle teste che mi sia capitato di incontrare.
RispondiEliminaAnch'io sarei del parere che non dovresti lasciarci così improvvisamente a bocca asciutta, dunque, concordo con gli altri e rilancio: se Fabio Volo pubblica una volta all'anno, tu dovresti poterci pubblicare un qualcosa ogni quando ti pare!
Cristina (Torchia)
Che parole!
EliminaChe poi, come per i film, la maggior parte del merito è della storia che si racconta..
E nel mio caso non ho fatto un grande sforzo di fantasia, avendo avuto la "fortuna" di trovarmi nell'avventura della sedia rotelle.
Il giorno che verrò preso dall'irrefrenabile desiderio di raccontare qualcosa, vi manderò una cartolina, oppure inizierò un nuovo blog. Chissà, vedremo!
Altri baci!
ciao Leonardo,
RispondiEliminatu e Barbara siete splendidi
mi spiace, come a tutti, che chiudi il blog: mi mancherà..e conoscerti è un privilegio,
baci a tutta la famiglia!
Grazie,
Eliminama quali splendidi, ci è toccata questa avventura e ci arrangiamo!
Baci, ciao
Caro Leo, io non ci sto! puoi chiudere questo blog ma, nel contempo, aprirne uno nuovo dedicato alla Beneamata! così, non ci priverai della tua sagace penna! un abbraccio dalla Curva Nord! Roberto
RispondiEliminaLo farei volentieri. Il problema è che i miei sei anni in sedia a rotelle le ho fatti, mentre non ho fatto sei anni con l'Inter.
EliminaE pensare che avrei anche fatto cambio…
Ok, basta blog, ma scrivi un libro, meglio se un romanzo. Te lo dico da una quindicina d'anni, se ti ci metti e centri la storia, fai il botto. Vuoi scommettere?
RispondiEliminaL'anonimo dell'8 gennaio è l'ipotecnologico Luciano
RispondiEliminaNon c'era bisogno, ti avevo riconosciuto alla prima riga!
EliminaC'è solo un'altra persona al mondo che ha pensato quello che pensi tu: io quindici fa, ma poi ho smesso!
Sarebbe bello, ma temo che mi tocchi ancora lavorare.
prima lemmy dei motorhead, poi hotwheels e oggi david bowie,
RispondiEliminache periodaccio...
Questa associazione mi commuove e promuove!
EliminaComunque, ai lettori distratti, prima che mettano in giro voci errate, preciso che sono ancora vivo.
Leo, mi dispiace che tu smetta di scrivere. Ho scoperto il tuo blog per caso, da quando sono carrozzato anche io, e, in prima battuta, mi è stato utile senza essere noioso (fantastiche le dritte sull'uso della sedia a rotelle), ma poi l'ho letto tutto come un romanzo. Complimenti, davvero. Facci sapere se avrai voglia di scrivere qualcosa d'altro, non ho dubbi che ne varrà la pena!
RispondiEliminaGrazie
Cristiano
Grazie a te Anonimo Cristiano,
Eliminae grazie anche a chi (Google?) ti ha portato, non so come, al mio blog.
Qui ho detto quello che ho avevo, di positivo, da dire.
Le lagne, e ce ne sarebbero, me le sono sempre tenute per me.
Per il futuro credo di averti privato soltanto di infinita ripetizione di quello che era già stato detto.
Anche perché, grazie a dio, la malattia al momento è stabile e faccio - e penso - più o meno le stesse cose.
Quando mi verrà altro da scrivere ti avviserò, se mi mandi un'email a leotambo@gmail.com.
Ciao, buona fortuna