1 maggio 2013

Il violinista cieco


Il violinista a sinistra è cieco, ma è un altro
Quando abitavamo nel centro della Sicilia avevamo una vicina di casa anziana, affettuosa e signorina, generosa e ospitale come tutti siciliani. Di modeste condizioni, abitava in una casa che, fosse stata svuotata di tutti i santi e le madonne, avrebbe potuto sembrare meno piccola.

La signorina, non certo un'abile affabulatrice, una volta ci raccontò una storia bellissima, probabilmente vera, che rivela le grandi possibilità di sviluppo narrativo che offre l'handicap, in questo caso la cecità.


Tanti anni fa a casa sua si raccontava di un fatto accaduto durante un banchetto di nozze in una domenica imprecisata della prima metà del secolo scorso.

Un vecchio violinista - che «anche se era cieco, suonava abbastanza bene» - ha finito di suonare per gli sposi e, con il corrispettivo in natura, si ubriaca fino a perdere i sensi.
Qualcuno lo porta fuori e lo stende sul bordo della via, il violino infilato sotto il pesante cappotto.


Nel frattempo, in un ospizio della città un ospite muore e vengono chiamati i becchini. Come tanti - nell'unico momento di libertà dopo sei giorni di duro lavoro e la messa del mattino - anche i becchini sono ubriachi fradici.


Il cimitero degli Angeli, luogo del misfatto
Arrivano all'ospizio, caricano il morto sul carretto e malamente raggiungono il cimitero. Dove si accorgono di avere perso per strada il cadavere!

Tornano indietro, vedono il violinista cieco ancora privo di sensi, lo scambiano per il vecchietto defunto dell'ospizio e lo caricano. Lo portano nella camera mortuaria, che è all'ingresso del cimitero, e tornano alle loro bisbocce.

E fin qui è una storia che, diciamo, può succedere. Ma il bello deve ancora venire, ed è merito dell'handicap.


Infatti il violinista, passata la sbornia, si sveglia nella camera mortuaria del cimitero ma, essendo appunto cieco, non capisce in quale luogo si trova e perché e, come se nulla fosse, ricomincia a suonare il violino.
Fino all’arrivo dei carabinieri, spaventatissimi.


L’unico dato verificabile è che effettivamente la caserma dei carabinieri è adiacente al cimitero.
Ma anche del resto della storia non voglio dubitare.



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Dal blog fratello (più serio) americano


2 commenti:

  1. sei un bel narratore. ciao, zio Lorenzo

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  2. http://www.repubblica.it/esteri/2013/05/22/foto/usa_disabili_il_logo_cambia_e_diventa_dinamico-59375610/1/?ref=HRESS-8#1

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