1 marzo 2015

Malati sì, perdenti no

In testa alla classifica di Google ci sono: "Sconfiggere la malattia" e "Arreso alla malattia" che superano i 33.000.
"Lottare contro la malattia" sfiora i 25.000.
"Gara più importante della vita" riferito a "malattia" arriva 10.000, ma è riservato agli sportivi.
"Perso la sua battaglia contro la malattia" ne fa 5.500, più del doppio di "Vinto la sua battaglia contro la malattia" (le disgrazie fanno più notizia).

Dice l'oncologa Véronique Poulin:
"Il concetto di lotta applicato alla comunità scientifica in generale è giustificato. Il problema si pone quando questa nozione di battaglia è trasferita a livello individuale. Sfortunatamente sono i fattori della malattia che determinano la sua evoluzione e la combattività non è sufficiente a contrastarli. Una persona non perde una battaglia contro la malattia, piuttosto ne subisce le conseguenze. Non si muore per mancanza di combattività e, soprattutto, se succede non è una sconfitta personale."
A parte il fatto che non è scritto da nessuna parte che il malato ha l'obbligo di essere combattivo ed è liberissimo di scegliere se e come curarsi (art. 32 Costituzione), non mi sembra carino dire a chi non guarisce: "Hai perso".


Questi lottano ancora...
Flash dal mondo a rotelle
1.
Danaje Ahmid Raza, medico torinese di origine iraniana, si fingeva paraplegico e si muoveva sulla sedia a rotelle (ma solo quando andava in ospedale) dopo che nel 2012 aveva simulato una caduta dalle scale dell'ospedale dove lavorava. Grazie alla quale è riuscito a farsi dare più di un milione di risarcimento e 5.000 euro al mese di pensione.
Dunque, adesso che non è più in sedia a rotelle, ha vinto o perso?
Non ci capisco più.

2.
Alle brutte, avverte Repubblica.it (a riprova della sua cialtronaggine): "Il primo trapianto completo di corpo al mondo - in cui la testa di una persona verrebbe trapiantata sul corpo di un donatore - potrebbe avvenire nel giro di soli due anni..."
Così, i fotomontaggi non me li farà più l'amico A.P. ma direttamente il chirurgo.



*    *    *
Flash-back
Oggi intanto sono 20 tondi tondi dalla diagnosi.
Una giornata che è difficile ricordare per altri avvenimenti: l'unico rilevante per Wikipedia sono le dimissioni del premier polacco mentre, tornando a Google, il primo risultato di "1 marzo 1995" è il bollettino meteorologico di Piacenza (faceva freddo ma non pioveva, notiziona).
Nell'archivio storico del Corriere della Sera trovo anche, degne di nota, la lite tra Enrico Montesano e gli inviati di Striscia la Notizia, la morte a Chicago della figlia di Enrico Fermi e la visita di Piero Pelù a Licio Gelli.
Tutte notizie importanti alle quali quel giorno, chissà come mai, non prestai attenzione.

Diario Sativex: come due mesi faAvanti così.

[continua in SALUTE]


3 commenti:

  1. Già, un giorno qualunque.... Io me lo ricordo benissimo.

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  2. Se posso permettermi con una intromissione "leggera", ma perchè Pelù fece visita a Licio Gelli? un abbraccio! Roberto

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    1. Potrei dire: "chiedilo a lui", ma azzardo un'ipotesi: perché è un po' scemo.

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