La distorta concezione della medicina tradizionale
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Secoli di medicina tradizionale ci hanno attaccato il vizio di pensare che se una parte ci fa male andiamo a curare quella. Insomma, isoliamo il pezzo che va male e cerchiamo di aggiustarlo. E ci disinteressiamo di tutto il resto. Sbagliato.
La prima cosa che deve fare chi come me ha una parte che funziona e un no è (sorpresa!): lavorare sulla parte... sana!
A me, per esempio, se tratti le gambe cambia poco, restano due tronchi. Dalla vita in su, invece, se ti alleni, è diverso.
Andare in sedia a rotelle sovrappeso con la schiena flaccida, il collo contratto e le spallucce è una cosa completamente diversa dall'andarci in perfetta forma.
Me l'ha insegnato F.D.A. il mio delicato fisioterapista di Roma.
"Il tuo problema è che fai una vita da coglione", disse timidamente riferendosi alla comodità delle mie attività quotidiane: ufficio, libri, musica, cinema, conversazione.
"Faccio la vita che fa la maggior parte dei miei coetanei!", ribattei piccato.
"Loro se lo possono permettere, tu no."
E quindi dalla vita in su si cambia vocabolario: niente terapie, medicine e trattamenti ma allenamento.
DIARIO POST-ZAMBONATA
DOPO OTTO MESI: Tornato come prima, le gambe anche un po' peggio. C'è la piccola speranza che ciò dipenda dal caldo e da tutti i malanni di primavera (influenza, un paio di infezioni). Dalla vita in su, invece, tutto a posto, grazie alla Easybike e al mio delicato fisioterapista (vedi sopra).
DIARIO POST-ZAMBONATA
DOPO OTTO MESI: Tornato come prima, le gambe anche un po' peggio. C'è la piccola speranza che ciò dipenda dal caldo e da tutti i malanni di primavera (influenza, un paio di infezioni). Dalla vita in su, invece, tutto a posto, grazie alla Easybike e al mio delicato fisioterapista (vedi sopra).
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