Agosto. Bambini dai nonni. Concerto dei Morcheeba in piazza Unità d'Italia (quella gigante sul mare), stasera, gratis. Minaccia pioggia. Si va lo stesso.
Barbara si siede, io - mi dispiace - vado sotto il palco. Solo che con la mia sedia non vedo un tubo e do fastidio.
Un tizio nell'interesse reciproco chiama la sicurezza, che mi fa passare da dietro (vicino alla tenda-camerino) e mi piazza gentilmente nel corridoio tra palco e transenne, tra i Morcheeba e il casino, con mia macchinetta fotografica a far comodamente il mio servizio. Vicino a me nel corridoio c'è un'altra sedia a rotelle, una ragazza.
Concerto bellissimo. Non piove. Messaggini alla signora seduta più indietro.
Spero che l'ultima sia ROME WASN'T BUILT IN A DAY, che sembra una dedica a lei e al nostro anno e mezzo a Roma, appena concluso.
Ross, il chitarrista, sorride un casino alla ragazza in sedia vicino a me. Skye invece non mi fila proprio, non è giusto, ho la sedia a rotelle anch'io!
Poi verso la fine del concerto mi guarda e sorride, io le mando baci a ripetizione con ampio gesto della mano. Lei sorride di più e me ne manda uno soffiando sul palmo della mano, sono cotto.
L'ultimo bis è proprio ROME WASN'T BUILT IN A DAY.
Esco da dietro il palco e mi trovo davanti Ross il chitarrista e si scatena il tredicenne che è in me. Recupero Barbara che recupera una penna e un foglio. MY NAME IS LEONARDO!
Ross sparisce con penna e foglio e torna con su scritto: CIAO LEO LOVE FROM SKYE X ROSS MORCHEEBA. Il foglietto da allora si trova esposto sul mio stereo in camera.
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